Teheran tra cultura e accoglienza persiana... -prima parte-

Difficile definire lo stato d'animo di una persona che sta partire per l'Iran, sappiamo poco, forse troppo poco su questo paese e sui loro abitanti per non imbarcarsi con molti pregiudizi.

Per prima cosa, il paese di chiama Repubblica Islamica dell'Iran, nome piuttosto fuorviante per quanto abbia visto con i miei occhi... Sotto trovate una mappa, giusto per capire dove sia.
Come vedete confina, tra gli altri stati, con Pakistan, Iraq e Afghanistan, ragione per cui si trovano molti immigrati da questi due paesi poverissimi e politicamente molto instabili, l'Iran è il paese con il più alto numero di rifugiati al mondo.


Il presupposto fondamentale con cui parlare dell'Iran è che è un paese persiano e non arabo, come invece molti pensano.
La religione musulmana quella ufficiale, ma poco più del 30% è realmente praticante e le altre religioni, come quella ebraica, cristiana e zoroastriana sono tollerate e praticate in Iran.
Proprio la religione zoroastriana è quella originale iraniana, ma con l'invasione dell'Islam è stata completamente sopraffatta.

Arrivando alle porte di Teheran, questo il paesaggio che mi si presentava dall'aereo, qualcosa di davvero straordinario...


A sud di Teheran si trova una grossa area desertica con un misto di roccia e sabbia, a nord invece montagne (dove si scia!!!), oltre le quali c'è il Mar Caspio, meta ambita dagli iraniani per le vacanze.

Arrivato in aeroporto e sbrigate le formalità per visto di ingresso (necessario farlo prima dell'ingresso nel paese presso l'ambasciata), si nota subito che l'aeroporto è piuttosto fatiscente e naturalmente senza alcuna connessione wi-fi.... 
Con grande sorpresa noto che nessuno dei miei telefoni prende la linea telefonica, successivamente scopro che la linea Vodafone è completamente bloccata e naturalmente sia il mio cellulare personale sia quello aziendale sono entrambi di questo operatore.

La strada dall'aeroporto a Teheran è piuttosto lunga, circa un'ora in cui il paesaggio appare piuttosto monotono e senza degno di nota.
Subito noto che le auto sono tutte piuttosto vecchie e malandate, infatti l'Iran essendo sotto embargo ha un ricarico sui prezzi delle auto circa del 130%, per cui un piccolo suv Hyundai che qui viene pagata circa 20.000-25.000€, in Iran costa come un buon modello di BMW, quindi circa 60.000€.
Il 50% delle auto sono della Khodro, una casa automobilista iraniana che produce delle bellissime auto, il cui costo parte da circa i nostri 7000€, a voi i commenti sul design all'avanguardia...



Le uniche auto dal brand non iraniano sono le Peugeot e le Renault, che hanno portato la produzione in Iran, non subendo quindi il ricarico in questione.

Detto, ciò, dopo essere entrato a Teheran, ho notato purtroppo un altro aspetto poco piacevole di questa città: il traffico.
Qualcosa di inimmaginabile ma comprensibile per una megalopoli di circa 15 milioni di abitanti, di cui più della metà ha un'auto che utilizza quotidianamente!
Dopo essere stato parecchio in Medio Oriente, sono ormai abituato a guide particolarmente spericolate, ma quella iraniana le batte tutte!!!! Tutti si buttano da una corsia all'altra senza frecce, si immettono senza curarsi di altre auto e spesso a velocità proibitive (sempre se il traffico lo consente...)... insomma nessuna regola. Anche se a dire il vero una regola c'è: chi suona il clacson è un debole, significa che non sa guidare nella propria città, il tutto sembra il traffico di qualsiasi città ma molto più silenzioso, sembra quasi che gli abitanti si siano rassegnati ai ritardi e agli imbottigliamenti giornalieri..
Di questo traffico ne risente anche l'aria, difatti Teheran è una città inquinatissima, al mio rientro a Milano mi sembrava di stare sulle Dolomiti.

Dopo questa breve introduzione, nel prossimo post inizierò a parlare delle cose positive dell'Iran, come la sua cultura e la straordinaria accoglienza persiana... A presto!!!!

Commenti

  1. Gentile Paolo, hai per caso un indirizzo email al quale è possibilie contattarti?

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  2. Ciao, mi chiamo RIccardo e la mia mail è riccardo.iossa@gmail.com

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